(Autoproduzione/Atomic Stuff Promotion) Questo progetto è molto giovane (si parla della seconda metà del 2016), ma è nato con uno scopo preciso: sperimentare unendo il death metal con la lirica gotica del romanticismo. Il risultato, va detto, non è immediato ma con il passare degli ascolti si può dare ragione alla mente che siede dietro a questo progetto. Due mondi inconciliabili sembrano fondersi in questo lavoro, dove aggressività e struggimento si mischiano, dove rabbia e delicatezza trovano un punto d’incontro. La voce del cantante è davvero ben rodata, capace di una versatilità che si fa apprezzare in ogni sfumatura, mentre nel comparto tecnico non ci sono particolari debolezze strutturali così come a livello compositivo. Un buon lavoro, difficile da capire all’inizio ma che offre soddisfazioni man mano che gli ascolti si ripetono.

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10