(Dark Descent Records) Misteri del recensore: ho guardato la copertina, peraltro bellissima, e ho dedotto che l’album aveva quattro tracce… Boh… A parte i casi della vita recensoria, la copertina, abbinata alle canzoni che vado ad analizzare non ha fatto altro che confermare la mia personalissima tesi che se è bello l’artwork allora anche la musica contenuta nel dischetto sarà buona. Ad oggi non ho mai ricevuto una eccezione alla mia personalissima regola, nemmeno stavolta. Quindi, quattro tracce dicevamo. Si, ma che tracce cavolo! Quattro pesantissimi macigni death/black, in cui il cantato fa decisamente virare verso il brutal alcune parti dell’album. Intendiamoci, non siamo di fronte a tracce lunghissime, anzi… Questo è un EP più che un album canonico, ma la qualità delle tracce è tale da far passare tranquillamente sopra alla quantità a vantaggio della qualità. Mi piacciono questi gruppi, pronti a portare avanti il verbo di icone sonore come gli Asphyx o gli Unleashed e tutta la scuola svedese del death primordiale, un suono così caratteristico nel suo mischiare death e black che ormai i gruppi che lo eseguono in modo così peculiare non sono poi molti. Motivo in più per considerare queste tracce un tentativo di non far morire una musica che ha la morte fin dal nome che porta. Grazie ragazzi…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10