(Twilight) Possiamo chiamarla, se volete, avantgarde pagan metal: la musica dei tedeschi Slartibartfass, qui al quarto album, è qualcosa di abbastanza inafferrabile e apparirà di certo ostica alla maggior parte degli ascoltatori. Solo sei, a parte l’intro, i brani (o meglio i capitoli) in scaletta: si tratta di un concept album sulla psiche umana, il cui titolo potrebbe forse tradursi come “Coperto di nero”, o forse più evocativamente “Nascosto nell’oscurità”. Rispetto ai dischi precedenti, “Sehnsucht” è molto più lenta e plumbea: gli elementi giocosi del vecchio sound hanno lasciato spazio a qualcosa di molto più pagano ed estremo, quasi dalle parti dei Kampfar, che comprende numerosi elementi di puro black. Ma il brano è davvero lungo, e contiene anche parti folk o soffuse, affidate alle sole tastiere. “Liebe” si apre e si chiude come un pezzo celtico quasi alla Folkstone, ma contiene forse le trame più estreme del disco. “Angst” è invece la traccia più classica, con un riff pesante e a suo modo molto eighties. La fine del disco sarà ancora più difficile per i puristi di ogni tipo: il pubblico a cui si rivolge è forse quello degli Ulver, che saprà cogliere il meglio delle infinite sfaccettature di “Erhabenheit” e l’epica sofferta di “Melancholie”. In ogni caso un’esperienza originale.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10