(Grimm Distribution/Satanath Records) Folk pagano senza possibilità di compromessi, ecco cosa troverete ascoltando questa formazione russa. Ora bisognerebbe un attimino discutere sul concetto di musica folk e musica pagana, ma sorvoliamo sull’argomento onde non riempire troppe pagine di diatribe. Senza scomodare nomi troppo altisonanti, a me questo gruppo sembra una variante più seria dei vari Finntroll e Korpiklaani ma più caciarona rispetto a colossi del genere come Windir e Vreid. Diciamo fin da subito che non siamo di fronte ad un gruppo oscuro o maligno, semplicemente sentirete una sorta di black melodico con molte tastiere e suoni ‘della natura’ se si può dire, una sorta di inno ai boschi e alla vita rurale senza però rifarsi veramente alle origini del popolo russo. Infatti per me la musica folk non è necessariamente ‘elfi e gnomi e abitanti dei boschi’, bensì un rifarsi alle tradizioni. In un certo senso è una musica molto più reale delle altre, affondando le proprie origini in quelle della terra dove è stata concepita. Ma non per questo il lavoro qui recensito non è valido, anzi. Siamo di fronte ad una buona prova, composta ed eseguita piuttosto bene, dove elementi del black sinfonico si fondono con cantati femminili e con la voce roca e sporca del cantato maschile. Un album che nel complesso vola che è un piacere, senza riempitivi o tracce dal basso spessore. Per gli amanti del genere insomma, se di genere si può parlare…

(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10