(Reaper Entertaiment) I Lost in Grey rappresentano senza dubbio una sfida per l’ascoltatore. La band finlandese, qui al secondo disco, propone un symphonic metal che essa stessa definisce ‘theatrical’, e che dunque riverbera di influenze che vanno dal gothic al folk all’estremo; il tutto messo al servizio di un complicato concept nel quale si alternano diversi singer/personaggi, che a loro volta si trovano a vagare nella “Waste Land” che dà il titolo al platter. Il risultato finale è degno d’interesse: talora trascinante, poche volte eccessivo o ‘fuori parte’, il sound dei LIG è un insieme torrenziale di stili e atmosfere che qualcuno troverà sublime, e qualcun altro invece orrendo! La titletrack ha dunque i toni di un gothic veloce e forse potrebbe ricordare alla lontana qualcosa dei Crimfall; “Unohdukseen Katoaa” è uno strano mix di soundtrack music con un tono mediorientale e fragoroso extreme metal. “1992” è principalmente synth e cori potenti, forse con ricordi della colonna sonora di Vangelis per l’omonimo film di Ridley Scott, mentre la lunga “Wolves among Men” sceglie le soluzioni più teatrali. Arriviamo così a “Drifting in the Universe”, che nei suoi quasi 13 minuti di sviluppo passa con nonchalance da voci femminili gothic a un leggero growling maschile, da momenti colonna sonora – con punte world music! – a fughe in velocità, sempre però mantenendo una sua coerenza interna. Un platter che si presta a dividere la platea in due: io mi tengo prudentemente nel mezzo, ma invito tutti all’ascolto per generare ciascuno la propria idea.

(René Urkus) Voto: 7/10