copaththegun(Steamhammer/SPV) Strano rock, strano mix di rock. Hard rock che incontra gli AC/DC. Rock alternativo, che incontra sonorità più dirette e semplici, Offspring che si avvinano ad un qualcosa di più intenso e profondo. Un album strano: non risulta rivoluzionario e tantomeno portavoce di una filosofia conosciuta. Ma l’infinito groove e la registrazione perfetta riescono ad elevare un muro sonoro indistruttibile, poderoso, divertentissimo. E’ uno di quegli album che non attraggono per concetto, tecnica, ubicazione del genere… ma è uno di quei dischi che dopo un ascolto serve subito farne un altro, e dopo quest’altro ne serve un terzo… un assurda dipendenza da una droga esplosiva, intensa come il riffing di ognuna di queste dieci canzoni. L’energia infatti non manca mai: è però manifestata in un modo che non soddisferà il metallaro datato, ma sicuramente è in grado di far godere un pubblico più giovane, più fresco.  Travolgente il rock intenso di “At The End Of The Day” collocata in apertura. “Loner” è dinamite pura e vanta un refrain senza limiti. Blues e punk che si stuzzicano l’un l’altro su “Wake Me Up”, mentre una simpatia tra alternative e hard rock è intuibile su “Addiction”. Veramente bella “Apocalyptic Blues”, anche se tende ad avere un ritornello un po’ comune tra le varie canzoni di questo modo di fare rock. Punk rock modernizzato su “Bad Memories”, mentre qualcosa di più impegnato e strutturato si può sentire sull’ottima “Won’t Let You Down”, dove anche le capacità vocali del cantante sono esaltate. Un album di musica impossibile da contenere: divertente, scatenato, spensierato ed intelligente nel modo in cui è concepito. Poco più di trenta minuti di svago senza troppi ragionamenti. Un rock che con la sua forma intelligente riesce a dimostrare tutta la sua (voluta) ignoranza. Un rock essenziale. Esattamente come specificato nel titolo, e come evidenziato nella bellissima copertina.

(Luca Zakk) Voto: 6,5/10