copmoror(Metal Scrap Rec.) Tosti come la roccia questi ragazzi ucraini. Nessuna novità, figuriamoci una band che suona il tipico groove/thrash metal cosa può sprigionare? Ondate alla Pantera e Sepultura e non da meno alla Machine Head, eppure qualcosa di inaspettato mi ha colto in questo ascolto che si è rivelato avvincente. Al di là della scuola del riffing e di certe soluzioni che accoppiano comparto ritmico e riff, i brani sono una vera ondata di forza, ma veicolata in percorsi che sanno alzare o diminuire a più riprese melodie, groove, irruenza e ritmi. E’ una band attenta al proprio lavoro il collettivo di Kharkiv, lo si capisce dalla cura dei particolari e dalla coesione del tutto. Anche durante gli assoli il tessuto del riffing ritmico è gradevole, studiato e la batteria percuote con forza ma anche con un dinamismo per nulla modale. Il cantato poi di Artur Sharko è bilanciato tra voce clean, harsh e growl e l’alternanza (ancora una volta questo elemento, come per la musica) tra le tre soluzioni permette di avere un ulteriore elemento creativo. Non mancano situazioni moderne, quasi sul metalcore, lo si capisce da alcuni breakdown, a dire il vero poi non tanti, e di alcune linee melodiche tipiche del genere o comunque attuali, anche in seno ad una specie di nu-metal. L’esempio migliore è “Have not Failed”, canzone calma, un pochino appassionata ma non zuccherosa. I Moror, ripeto, mi sembrano la tipica band che si cura e riguarda ogni aspetto della fase di composizione. Le chitarre spesso ricamano e vanno in controtempo o fanno contrappunto tra di loro e rendono il sound e il songwriting più sviluppato. “Abyss” è trentasei minuti circa di sound robusto, tonico, ipertrofico ma tanto dinamico. E’ piacevole. Adesso per i Moror contano solo due cose, che la band righi diritto per questo suo modo di lavorare, senza diminuirne d’intensità, e fare esperienza. Spero di risentirli presto.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10