copKonkeror(Lacerated Enemy Records) Debutto per gli Statunitensi Konkeror, band nata nel 2011 a Detroit (Michigan). Il genere proposto è un progressive death metal che richiama le sonorità dei Nocturnus per quanto riguarda l’utilizzo di alcuni effetti “spaziali”, solitamente messi verso la conclusione dei brani e che fungono da collante tra un pezzo e l’altro. Le canzoni poggiano su riffs di impostazione thrash ma frequenti sono le aperture melodiche e le fughe strumentali che richiamano alla memoria i Death post “Human”. Le bands citate servono per rendere vagamente l’idea del genere proposto, ma in realtà i Konkeror dimostrano personalità da vendere, anche grazie alla prova maiuscola dietro il microfono del cantante e bassista Jeff Beauchamp, dotato di una timbrica abrasiva e di un’espressività innata. Sin dall’arpeggio che dà il via all’opener “I, Monolithic” si capisce subito di che pasta sono fatti questi musicisti: intrecci di chitarra intricati ma melodici allo stesso tempo, lasciano il posto a un riff thrash tiratissimo, reso ancor più letale dal drumming spacca ossa di Toby Dennis, autentica piovra umana, dotato di un tocco pesante ed estremamente tecnico. La successiva “Towers” mostra come l’influenza di Chuck “Evil” Schuldiner sia stata importante nella formazione dei due chitarristi, sia in fase solista che nella costruzione dei riffs. “Creator – Destroyer” è dotata di un impatto devastante, al limite del black metal, con blast beats intervallati da improvvise aperture melodiche, con Jeff che alterna un growl cavernoso a parti in screaming. Decisamente più cadenzata “The Pillars Of Creation”, pezzo vicino al death metal melodico, mentre “… And The Cosms Flow Eternal” alza la velocità oltre ogni limite, per un pezzo tiratissimo e di sicuro impatto, anche se meno fantasioso rispetto agli episodi precedenti. L’album si chiude con la cover di “Cenotaph”, brano dei Bolt Thrower riproposto in maniera fedele all’originale. La produzione è splendida, i suoni sono davvero l’arma in più di quest’album. Se amate il death metal d’impatto ma senza rinunciare ad una tecnica sopraffina, fate vostro questo “The Abysmal Horizons”. Non ve ne pentirete.

(Matteo Piotto) Voto: 8,5/10