(My Kingdom Music) L’Alba di Morrigan è un complesso musicale che si esprime nell’ambito del post-rock, dell’alternative, passando al setaccio aspetti della psichedelia e del dark. C’è dunque la creatività sperimentale, ma sottomessa alle esigenze del rock (indie). Esigenze e tratti particolari, quelli elencati, che partoriscono canzoni anche di durate considerevoli, senza comunque tralasciare anche minutaggi più semplici e fruibili. “Holy Mountain” è divisa in due e racchiude un sound universale, una divagazione melodica piacevole. “24 Megatons”, brano strumentale, è uno dei momenti più interessanti e coinvolgenti di “The Essence Remains”, senza dimenticare un’altra strumentale: “Equilibrium”. C’è armonia e una serie di scenari evocativi in questo esordio, ma è curioso però constatare che anche L’Alba di Morrigan indulgono eccessivamente in quei toni dimessi e malinconici (tipiche del genere), i quali formano una coltre di malinconia perenne che ammanta diversi pezzi. “Lilith” non è una canzone allegra, ma almeno il ritmo e il gioco di alternare rock e intimismo crea un contrasto avvincente. Soavi e poetici si, ma estendere questo mood a tutto l’album diventa un limite. Altra nota critica è il fatto di trovare nel sound molti elementi tipo Anathema, Tool, Steve Wilson’s style, i quali nascondono la buona personalità della band. Annotazioni forse dettate da un gusto personale di chi scrive, ma non gravi da definire comunque positivamente questo esordio dei torinesi, oltre a constatare come l’italiana My Kingdom Music sia un’etichetta lungimirante.

(Alberto Vitale )Voto: 6,5/10