(Autoprodotto) Gli interessanti Tamed Darts provengono da Siracusa e hanno coraggiosamente deciso di autoprodurre il proprio debut album, il quale presenta una riuscita fusione di generi e atmosfere che li colloca fuori dai soliti schemi ma comunque all’interno dei generi classici. Dopo la intro d’atmosfera, “War to reign” può essere ritenuta battle metal per il suo sviluppo molto quadrato e per l’impostatissima voce di Boris Pieri: non c’è la ricchezza di suoni di Ensiferum o Turisas, ma il mood guerresco vagamente folk si avverte in ogni nota. Nel break strumentale inoltre il brano presenta interessanti variazioni sul tema che arrivano al progressive e, negli ultimi secondi, perfino al thrash: un ottimo inizio! Sconfina più volte nell’estremo “Marked by the Dreams” e anche “Battled” ha delle chitarre tipicamente black, mentre la rabbia ancora una volta thrasheggiante di “Respect” mi ha ricordato i Bejelit migliori. Non vi inganni l’inizio slow di “Don’t make me change”, perché dal secondo minuto il brano si trasforma in una cavalcata incalzante dove i rallentamenti servono solo a dare nuovo impulso alle ripartenze. In “Choice” tornano melodie epiche; la titletrack presenta anch’essa più anime, dal thrash al modern metal al death, ma con un cuore di heavy metal classico molto evidente a chi sappia ascoltare. Non è sicuramente un disco che piaccia al primo ascolto, ma datevi tempo per assimilarlo perché il risultato è davvero buono: l’unica cosa che non mi piace di “Deceptive Reality” è la copertina!

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10