(Autoproduzione) Chiamiamolo indie rock, se volete: ma nell’ep d’esordio dei cilentani Radio in Technicolor c’è qualcosa di più, qualche influenza più datata e anche una certa apertura nel rileggere i canoni del genere. I sei brani di questo debut, musicalmente solari e delicati, ma con testi sempre pervasi da un velo di malinconia e vago rimpianto, sono legati da un tenue filo rosso, e si propongono di raccontare in musica diverse situazioni ed emozioni di un uomo ‘smarrito’ (o almeno così pare) nel vuoto emozionale del XXI secolo. “Tu, sola” è un canto d’amore postmoderno con un bel ritornello subito cantabile. “Impossibile da ricevere” ci porta dalle parti di Afterhours e forse (ma parlo da profano) del vecchio e miglior Ligabue, ed è il brano dove le strofe cantate velocemente da Antonio Russo risultano più accattivanti; sul sito della band è disponibile anche il video. Orientata verso il beat “L’amata solitudine”, mentre “Nell’oscuro” – che contiene anche qualche suono elettronico – ospita le melodie vocali più indovinate. “L’eco del silenzo” è il pezzo più rock e più spontaneo, animato peraltro dai suoni di quello che sembra un minimoog. Degna conclusione “Dove sei?”, dai toni più rilassati e intimisti. Ai Radio in Technicolor toccherà soltanto migliorare qualche armonia vocale qua e là, ma la band è già al 100% matura – e il numero di festival vinti fra Campania, Lazio e Basilicata sta a dimostrarlo senza ombra di dubbio.

(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10