copTalmudBeach(Svart Records) Un assurdo trio blues finlandese. Non hanno immagine, non hanno look, e -secondo quanto dichiarano nella opener- non solo non sono più tanto giovani ma nemmeno divertenti. Eppure, questo “Chief” è un capolavoro di un’arte spesso dimenticata: l’arte della musica! Diretto, semplice, musicale, ritmico, ironico, con testi tosti, spesso decadenti, molte volte ironici, occasionalmente deviati. Meno di quaranta minuti (con la title track che ne dura quasi dieci): album immediato, magnetico… ma intenso, ricco, paurosamente geniale. “Ain’t So Young” apre e instaura subito il mood, un mood che con “Pharmacy Blues” diventa altra epoca, altri generi, altra gente… sicuramente nulla di legato alla Scandinavia, alla Finlandia o a qualsivoglia cultura nord europea. La melodia diventa poesi su “Mountain Man”, una poesia che diventa magia nello slow blues “Forest”, nel qual compare una eterea guest singer capace di innalzare il tutto a livelli superlativamente psichedelici e … oscuri (“I went to the forest, to pick up some berries. And mushrooms…”). Sconvolta “Kekkonen”, intima “Snow Snow Snow”, decisamente sensuale “Chinaman Blues”, tradizionale e conservativa “Born With The Blues”. La title track è un capitolo a parte: canzone lunghissima (occupa un quarto di un album di nove traccie), ipnotizza, cattura l’ascoltatore e lo abbandona nei meandri di blues immensi, emozioni infinite, poesia vera creata per alimentare i sogni. Album magico. Musica alla quale non serve produzione, non serve volume, non servono effetti, non serve stage o immagine. Musica che parla da sola. Dal profondo e nel profondo. Toccando le origini. Riscrivendo le origini.

(Luca Zakk) Voto: 9/10