SOM 390LP Gatefold (LP1042)-TIMES-OptM.indd(Season of Mist) Il progressive extreme metal degli americani Barishi arriva al secondo capitolo, offrendo tre quarti d’ora in equilibrio tra aspetti post-atmosferici ed espressività molto violenta, il tutto sempre con una impostazione tecnica sia esecutiva che compositiva non comune, non ovvia, non semplice. Sono sempre stati originali, anche all’epoca del debutto (recensione qui) e in questo nuovo lavoro confermano la devianza mentale, l’estrema creatività ricca di una ben definita personalità. Questa volta, infatti, i territori coperti –violentati- sono il lato estremo del prog metal (prog death?) con iniezioni di psichedelico e linee vocali glacialmente estreme e disumanamente feroci… un mix ed un equilibrio, non comuni, non ovvi e sicuramente di non facile concezione. Post metal. Forse gocce di noise. Reparto ritmico sempre sparato a livelli disumani. Apre “Grave of the Creator”, irrequieta, nervosa, vagamente vicina al post metal, con un lavoro alla chitarra notevole, lavoro che si replica in qualità ed energia sulla fantastica “The Great Ennead”, canzone che offre spazio anche ad un assolo collocato su una struttura ritmica e d’accompagnamento semplicemente assurda ma schizofrenicamente stupenda. Immensa e coinvolgente “Death Moves in Silence”, canzone dominata da una melodia azzeccata, diretta, magnetica. Assurda, devastante, ma capace di aprirsi verso scenari post di intenso gusto, l’ottima “Master Crossroads, Baron Cemetery”, seguita dal capolavoro rappresentato da “Bonesetter”, un brano estremamente post-progressivo, un biglietto da visita molto identificativo del sound dei Barishi. Un album ricco di intensità e concentrazione sonora. Si arriva alla claustrofobia, e si va oltre. “Blood from the Lion’s Mouth” è un disco acuto che necessita di alcuni attenti ascolti per rivelarsi in tutta la sua magnificenza, efficienza e bellezza strutturale; ma quando gli ascolti diventano ossessivi come certe loro impostazioni sonore, numerosi e devoti… allora tutto si amplifica, si espande diventando possente, devastante, stupefacente.

(Luca Zakk) Voto: 8/10