(EarMusic) Qui c’è decisamente qualcosa che non va. Quando ho sentito che Kai Hansen e Michael Kiske sarebbero tornati a suonare insieme dopo 24 anni, come molti altri sono balzato dalla sedia; la notizia che sarebbero stati accompagnati da musicisti di spicco come il bassista Dennis Ward, il batterista Kostas Zafiriou (entrambi impegnati con i Pink Cream 69 e D. C. Cooper) e il guitarist Mandy Mayer (in passato con Krokus e Gotthard) non poteva che aumentare la curiosità. L’ep “Ignition”, a dispetto del titolo, aveva già un po’ raffreddato l’entusiasmo con la sua proposta banalotta e di cassetta; il full-“length” conferma in pieno l’impressione iniziale. Ci troviamo insomma di fronte a un disco facile, un po’ rock, un po’ power metal ma non troppo, furbo nelle sue scelte commerciali, scontato nel suo sviluppo, che non rischia niente e fa di tutto per piacere a qualunque tipo di pubblico. Ma in fondo, poteva essere diversamente? La traccia autotitolata, veloce e spedita, sarebbe molto simile a quanto proposto di recente dai Gamma Ray se non fosse per come Kiske canta la strofa: sembra quasi un rapper all’opera! “Never too late” va molto nella direzione dei Freedom Call, mentre “Never change me” non è forse neanche metal, ma rock radiofonico che tra l’altro, per chi sappia ben ascoltare, ruba di netto un passaggio a “Moonlight Shadow” di Mike Oldfield. “We rise” ha sicuramente dei bei cori, ma intanto siamo intanto già arrivati alla fine del disco con la power ballad d’ordinanza “No One ever sees me”. Spiace davvero dirlo ma il debut degli Unisonic è un prodotto un po’ ruffiano come ce ne sono tantissimi in giro, e che, purtroppo, finirà presto nel dimenticatoio. Inevitabile che ci siano alcuni buoni spunti, data la caratura dei personaggi coinvolti, ma purtroppo questo non basta a creare un capolavoro.

(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10