(Pure Steel-Audioglobe) Quando ho letto nel package promozionale che il singer di questa band portoghese, gli Attick Demons, era il “figlio smarrito” di Bruce Dickinson, ho pensato alla solita esagerazione pubblicitaria: poi è iniziata “Back in Time” e ho dovuto immediatamente ricredermi. Il cantato di Artur Almeida rappresenta una copia ESATTA dello stile e della timbrica del mitologico cantante, e la sua band, qui all’esordio dopo 15 anni di underground, ha tutte le carte in regola per entrare stabilmente nei cuori di coloro che (come me…) i Maiden proprio non li sopportano più. Ma parlavamo dell’opener: un brano non indicativo per il resto del disco, dato che suona molto più US metal che NWOBHM come faranno i successivi. La titletrack ospita nientemeno che Ross the Boss e, guarda caso, Paul Di’Anno: l’effetto stranissimo è quello di sentir duettare i due cantanti storici della Vergine di Ferro! “City of golden Gates” sarebbe stata abbastanza bene su “Somewhere in Time”; ottimamente costruita “Riding the Storm”, anche se si percepisce che nell’album manca il cosiddetto ‘killer refrain’. In “Sacrifice”, datemi pure dell’eretico, sento il respiro dell’irripetibile “Alexander the Great”, mentre “Meeting the Queen” è una ballatona arrembante con ospite una voce femminile. Si conclude con l’energica “Listen to the Fool”. Un outsider vincente, una bella proposta grintosa e alternativa ai soliti nomi.

(Renato de Filippis) Voto: 8/10