(Nuclear Blast Records) Un periodo di cambiamenti quello che stanno trascorrendo i Nile. L’abbandono di un membro storico come Dallas Toler-Wade ha lasciato il segno nella band capitanata da Karl Sanders. La curiosità per questa ultima fatica è quindi alta: la dipartita di Dallas avrà influenzato il songwriting? La risposta è si. Non so quale sia stato il ruolo delle new entry Brian Kingsland (chitarra, voce) e Brad Parris (basso, voce), fatto sta che “Vile Nilotic Rites” è senza dubbio l’album più orecchiabile di tutta la carriera dei Nile. Ovviamente il termine “orecchiabile” va preso con le pinze; nulla a che vedere con gruppi tipo Poison, perché lo stile della band rimane inconfondibile, solo che molte partiture paiono molto più snelle rispetto al passato. Se da un lato ne guadagna l’immediatezza, dall’altro sembrano mancare in parte quelle atmosfere oscure e claustrofobiche che da sempre caratterizzano la formazione statunitense. Paradossalmente, gli unici brani lunghi, epici ed ambiziosi, risentono un po’ di un certa confusione. Un album di transizione, ben prodotto e ben suonato. I brani si fanno ascoltare volentieri, ma manca quella magia che ha caratterizzato i lavori precedenti.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10