(Arising Empire) Gli Spoil Engine vengono presentati come una band modern metal dal Belgio… tuttavia con delle imprecisioni: non solo l’attuale line up è per metà olandese, ma la definizione modern metal è troppo generica, troppo poco dettagliata per descrivere questa furia spietata ricca di tecnica, precisione, violenza, emozione e gusto sia melodico che ritmico! “Renaissance Noire” è il secondo album con la bravissima Iris Goessens al microfono, un toccasana per la band già dall’album precedente, dopo il tormento in line up e la dipartita del vocalist originale Niek Tournois. Iris, un po’ come Adrienne Cowan (Avantasia), è una di quelle voci femminili ad ampissimo spettro: dal sensuale e provocante al growl più feroce e diabolico, offrendo quindi alla band di Steven ‘Gaze’ Sanders quello spazio stilistico che è stato, fin dagli inizi (2004), il punto di forza di questo progetto. Fresca e decisamente impattante la opener “R!OT”, canzone con un ritornello epico sopra una batteria scatenata e riff sferzati da accenti melodici degni dei grandi del metal estremo di qualche decennio fa. “Medicine” mostra subito le capacità e la variabilità di Iris, la quale spazia un po’ tra tutti gli stili canori da lei praticabili. Favolosa “The Hallow”, un brano rocambolesco, con refrain portentoso, un brano che oltre alla sublime Iris offre una performance massacrante del mitico Jeff Walker (Carcass)! Tendenze gotiche/nu-metal, anche grazie ai dettagli di tastiera, su “Venom”, canzone nella quale la vocalist riesce veramente ad impressionare, così come tutti i musicisti, bassista in primis. La power ballad estremamente tetra “Golden Cage” mostra ulteriori capacità del bassista e della frontwoman, qui capace di alternare rabbia ad un cantato molto emozionante. “Frostbite” ha un gusto decisamente gotico, oltre che un groove tuonante e la voce Iris spazia dal dannato e passionale fino ad un growl che riversa un quantitativo indicibile di odio. Quasi puro speed metal con “Warzone”, divagazioni industrial novantiane su “No Flowers for a Pig” e “The Void”, prima della conclusiva “Storms of Tragedy”, la quale dopo il massacro dei brani precedenti continua a provocare e proporre irresistibili spunti per un selvaggio headbanging. Gli Spoil Engine si sono inferociti, sono incontenibili, hanno un atteggiamento animalesco, una impostazione pensata per non prendere prigionieri: ma siamo lontani dall’old school, nonostante l’ampio ventaglio di influenze, death e thrash tra queste. Questo è sound potente e violento ma molto attuale e la modernità sta nel fatto di proporre queste vibrazioni sonore non nuove in un contesto fruibile dalle tendenze attuali. “Renaissance Noire” azzera tutto e riparte da un nuovo punto, concentrando ogni sentimento negativo, ogni frustrazione in tre quarti d’ora di puro e letale metallo pesante!

(Luca Zakk) Voto: 8/10