(Osmose Productions / Hells Headbangers) La band dell’americano Pete Helmkamp, già noto per la militanza in Angelcorpse, Order From Chaos, Revenge ed altri, torna con il secondo album, dopo il debutto uscito qualche anno fa (“Larvae Offal Swine”, qui). Se il progetto è nato come solista, ora in line up ci milita anche The Black Lourde of Crucifixion (ovvero Cameron Sproul Grant III, anche di Crucifier e Masada, ex Grand Belial), sia con la sua batteria che in aggiunta al microfono: la sua voce affiancata a quella di Pete crea una dimensione di devastazione, permettendo ai due di infierire con rabbia attraverso queste sei infami canzoni, tutte violente, tirate, brutali e musicalmente selvagge. Spietata “Heresy Pulpit”. Micidiale il doppio growl sulla massacrante “Infidel and Unclean”. Letale “Gogamgoz”, infernali i riff “Blacklist”, ansiosa ed estremamente death “Saracen”, priva di rispetto la conclusiva “Progeny Devoid”. Copertina grezza. Tecnica poco ricercata, variabilità dei brani praticamente inesistente, una voluta e spietata ignoranza sonora. Old school in maniera intenzionalmente esagerata. Drumming efferato, voci prive di umanità, brani brutali, un death/black purulento, impaziente, ribelle, crudele e decisamente malato, meravigliosamente perverso!

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10