(Doomentia) Paul Speckmann è un personaggio importantissimo per la scena estrema statunitense, avendo contribuito a definire le coordinate di quello che in poco tempo sarebbe stato chiamato death metal sin dalla prima metà degli anni ’80, quando con i suoi Master ha cominciato ad evolvere il classico thrash metal verso una direzione più brutale. Ma la vena creativa di Speckmann ha trovato sfogo anche con altre formazioni, come Deathstrike, Funeral Bitch ed Abomination, questi ultimi autori di due ottimi album usciti tra il 1990 ed il 1991. Il primo disco auto intitolato, risente ancora dello stile dei Master, con il suo thrash metal diretto, senza fronzoli e decisamente incline verso sonorità death metal. Comincia tuttavia ad affiorare una componente maggiormente melodica, e la struttura dei brani si fa più intricata e variegata. Un’evoluzione che culmina con il successivo “Tragedy Strikes”, un album pieno di tematiche impegnate e “politiche”, dove Speckmann esprime la disillusione per la società e la politica americana. Un brano come “Blood For Oil”, ispirato alla guerra nel Golfo in atto proprio in quel periodo, ne è un esempio. Musicalmente, ci troviamo di fronte ad un lavoro estremamente curato, con grande attenzione in fase di arrangiamento ed una struttura dei brani che strizza l’occhio al techno thrash di Megadeth ed Annihilator, pur mantenendo intatto quel marchio di fabbrica che riconduce sempre al mastermind dei Master. Due ottime ristampe, che permettono agli appassionati di thrash metal di riscoprire una band caduta ingiustamente nel dimenticatoio.

(Matteo Piotto) Voto: 7/10