(W.T.C. Productions) Un nuovo album degli Acherontas è un nuovo giro turistico, ma all’inferno. Una passeggiata sulfurea, dannata, maledetta, segnata dal male latente del Regno di Sotto e dall’epica di miti ancestrali. Mostruoso il sound dei greci, sempre potente e scorrevole come un fiume di lava che si lancia a valle dalle pendici del vulcano. Sonorità di stampo epico, pompose nella loro fierezza distruttiva e magnifico esempio di blast beat turbinosi, mid tempo maestosi e solenni e un vago senso sinfonico che serpeggia nei pezzi, ma attraverso una natura più grezza, grossolana ma sempre efficace. Un susseguirsi di melodie, nere ovviamente, accattivanti nella loro forma cupa e malefica e magnificamente espresse anche nell’intro dell’album “Voluntas Supra Materiam “Vocatio Prima” e nel lungo intermezzo in scaletta, “Nebt-Het – Divulgence of Ηer Sacral Temples“. Tuttavia non bisogna attendere queste strumentali che rievocano anche sonorità tribali o di riti perduti, infatti a metà dell’album si è già inondati di una serie di pezzi ben lucidi, chiari e ricchi di spunti musicali impareggiabili. Distorsioni sature di odio , graffianti, immedesimate nel clima di devastazione che gira nell’album e la voce di Acherontas V.Priest che si erge maestosa e cerimoniosa per ogni piega sonora che riesce ad avere questo black metal ellenico, una corrente del genere che, secondo il mio umile parere, riesce sempre a proporre qualcosa di piacevole e degnamente cattivo.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10