(earMUSIC) Per Vincent Damon Fournier, dunque noto come Alice Cooper, “Road” è il 29esimo album. Artista poliedrico, non una rockstar prevedibile e forse la sua eloquenza sintetica e acuta ma densa di significato lo certifica. Il precedente lavoro “Detroit Stories” e l’EP “Breadcrumbs” possedevano all’interno della buona musica e a conti fatti “Road” non è da meno, pur con una matrice musicale diversa dal suo predecessore. Se Alice Cooper pubblica un nuovo album, ci si aspetta che dentro si trovi del rock and roll, trasfigurato in maniera hard rock settantiana o ottantiana che possa essere, ma di consueto lui suona del rock and roll. Basico, essenziale, ritornelli accattivanti per almeno una canzone ogni due e soprattutto riff che scaldano da subito una granitica immediatezza. Tutto questo prodotto con al fianco Ryan Roxie, Nita Strauss, Tommy Henrikson alle chitarre, e tra gli ospiti anche un ex e vado chitarrista della band, Kane Roberts. Al basso Chuck Garrice alla batteria Glen Sobel. Tutta gente fidata, da tempo. “Road” ha una bellissima copertina e sovrasta della musica di una certa leggerezza, spensierata a tratti, come accade in “Road Rats Forever” per esempio, rifacimento della sua canzone “Road Rats”. Tom Morello (chitarrista, ex Rage Against Machine) partecipa purtroppo al ritornello di “Frankstein White Line”, un pezzo tosto, granitico, graffiante. Keith Nelson (chitarrista dei Buckcherry) contribuisce a “Go Away” e Wayne Kramer (chitarrista degli MC5) ha scritto l’ottima “Rules of the Road”. Alla produzione Bob Ezrin (Pink Floyd, Lou Reed e altri) che ormai è un dipendente di Alice Cooper e il suo tocco dalle sembianze ‘cooperiane’ si avverte tanto in “100 More Miles”. Hard rock, rock, riff di chitarra lineari ma ruggenti, “Road” è un album che in buona parte sottrae il troppo e negli arrangiamenti va sempre al sodo, anche quando in “Magic Bus” Sobel si lancia d’improvviso in un assolo di batteria. Album piacevole ma un Alice Cooper comunque identico a sé stesso: tutto sommato è un album ‘familiare’, non prevedibile e ben suonato. Lui è dunque Vincent Damon Furnier, nato a Detroit il 4 febbraio 1948.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10