(autoproduzione) Chitarrista di talento che suona con gli Arthemis ma anche Ellefson-Soto, lo stesso David Ellefson e altri, pubblica un nuovo album solista dal titolo “Ultradead”. Sono poco più di trenta minuti di fuoco perchè Andy Martongelli muove le dita sulla tastiera dello strumento quanto il plettro tra le dita dell’altra mano con una vorace, fulminea e arrembante capacità. Certi suoi momenti appaiono quasi come un fare alla Yngwie Malmsteen, pur riconoscendo che sono dei barlumi, dei momenti in realtà parte dello stile inequivocabilmente personale del chitarrista. È giusto precisare che Andy Martongelli tra le sue pubblicazioni didattiche c’è anche una che spiega proprio come suonare nella maniera del Maestro svedese. Un suonare dunque tirato spesso al limite, per velocità per scelte cromatiche, per il produrre a volte delle note che arrivano a grappolo e stordiscono l’ascoltatore. La batteria, di Alby Pizy Patuzzo, si muove di conseguenza, mostrandosi una tempesta irruenta oppure un dosare tra contrappunti e controtempi la propria forza e apparire come un accompagnamento vivace. La title track si palesa con un passo pesante, vagamente sabbathiano, con una distorsione della chitarra ritmica colma di groove, mentre dal punto di vista solista c’è un’esplosione di forza e note abbagliante. Difficile fare un track-by-track perché in questo andare in solitaria il musicista riesce sempre a dare senso alle sue divagazioni, melodie, schegge di arte e funambolismi. Quando la chitarra e ciò che riesce a esternare, attraverso una distorsione pungente e ricoperta di elettricità è il vostro feeling più sentito, “Ultradead” è l’album dove vivere quel feeling. Seguendo ogni nota di “Ultradead” si giunge a un luminoso stato mentale.

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10