(Vision Studio Records) Ci sono delle band che prima di essere tali sono una storia. Nel senso che ci sono vicende o episodi che sono alla base della band stessa. La storia degli Aoria inizia a metà degli anni 2000, con piccole pubblicazioni, un singolo e un EP di soli tre brani. Nel 2011 Erik Nilsson, voce e chitarra (A Swarm of the Sun, Kausel), Robin Bergh, batteria(October Tide) e Niklas Sandin, basso (Katatonia), in estate iniziano a lavorare a questo primo full length. Per questo il trio svedese era il momento di farlo e di fuggire brevemente dai loro progetti; i tempi sono maturi e Aoria per Nilsson e gli altri era diventato qualcosa di più che un side project. Dunque era giunto il bisogno di proporre la propria musica in quantità maggiore e attraverso un insieme più specifico. “The Constant” sin dai primi minuti lascia ampiamente intendere che il sound si rifà ai Katatonia, comprensibile, vista la presenza di Nille Sandin, ai Paradise Lost, agli Anathema del ’98-2001. E’ un miscuglio di depressive rock, tinte post rock ed essenze dark, in esse gli Aoria amano creare melodie e in questo sono bravi ad espanderle e renderle poi struggenti (“Assassination”), sognanti (“An Overwhelming Calm”), malinconiche e psichedeliche (“The Bleeder”) o energiche (“You Really Gave It All, Didn’t You?”). Tutti questi livelli sono stati assemblati grazie a Magnus Lindberg (Cult of Luna, Khoma e altri), il quale ha posto in evidenza cristallina i migliori aspetti del trio. “The Constant” è come una ninfa dall’animo docile, ma dai sentimenti tormentati. Si nasconde dietro una maschera di cupo dolore e da voce ai suoi sentimenti feriti. Pur con derivazioni ben visibili, Nilsson, Bergh e Sandin affrescano gli scenari di “The Constant” con i propri colori e tinte, ricavandone melodie struggenti e con una poetica sofferta, il pathos appesantisce l’aria e i tratti sognanti sono in bilico sull’incubo e il ricordo.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10