copblackg15(Tyrannus) Lo scenario è quello della morte legata a tematiche occulte. Il sound è un black metal della prima ora, dunque ancora ammalato delle melodie care al death metal. Un universo gelido e oscuro il sound dei cileni Black Grail, più di tutto irruento e nervoso perché le canzoni sono il frutto di scatti, impennate, accelerazioni improvvise e continuate che sembrano un barcamenarsi tra i primissimi Mayhem e colpi spietati alla Morbid Angel degli esordi. Irruenza e forza trasmesse attraverso un tappeto ritmico e strutture melodiche selvagge, pazze e tenebrose. Il sound dei cileni non è esattamente il massimo della perfezione, con loro non si odono arrangiamenti raffinati e quelli dettati da una logica ben definita sono dosati nei pezzi, anche se “Illuminación Oscura” recupera in nove minuti quanto di più logico e consequenziale, oltre che con un suo estro, una buona esecuzione e sapiente allacciamento tra le parti che costituiscono la canzone. A proposito di minutaggio, nell’album compaiono altri pezzi sui sette totali con durata importante. Tutto ciò che i Black Grail emettono con i propri strumenti è il frutto di una sfuriata estrema. Anche i due pezzi lenti posti a conclusione dell’album, “Fotofóbia Postuma” e soprattutto il mantra “Carta de un Samsari” sono un puro istinto di pazzia senza pari. Siate adoratori di un estremismo nudo e crudo rivolgendovi a “Misiticismo Regresivo”, perché tolte le tenebrose linee melodiche, il resto è una sferragliata gelida e apocalittica. Una spirale di violenza dettata dalla follia e da una venerazione per discipline sulfuree.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10