copblacktrip(SPV) Per chi ama l’heavy metal vintage, i Black Trip sono certamente una formazione da tenere d’occhio: non solo perché ci canta Joseph Toll degli Enforcer, ma anche per la freschezza del loro songwriting senza tempo. Per il loro secondo disco vale certamente una formula spesso usata dai recensori: ‘non inventano niente, ma lo fanno bene’! E vediamo allora i migliori fra gli undici pezzi in scaletta… “Die with me” è un distillato dei cliché dell’heavy metal rock, con un occhio ai Thin Lizzy e uno ai primissimi Maiden; la sorniona “Danger” porta addirittura ai Blue Oyster Cult, peraltro citati fra le influenze principali degli svedesi. Questa matrice è ancora più evidente nella titletrack, che ha qualche intuizione di “Don’t fear the Reaper”. Sbarazzina “Berlin Model 32”, mentre le chitarre di “Subvisual Sleep” hanno tutto il fascino ancestrale dei Survivor. “The Storm” è certamente il brano più elaborato e maturo, costruito su un crescendo trascinante; per chiudere, niente di meglio degli accordi spediti di “Coming Home”. Per godersi a cento all’ora gli ultimi scampoli di quest’estate!

 (René Urkus) Voto: 7/10