copblackwelder(Golden Core) Ecco Ralph Scheepers lanciarsi ancora in un altro progetto: stavolta lo affiancano il batterista Aquiles Priester (che ha suonato un po’ dappertutto, in particolare con Angra, Paul Di’Anno e Primal Fear stessi), il chitarrista Andrew Szucs dei Seven Seraphim, e il bassista Bjorn Englen, che ha lavorato un po’ con Malmsteen. Insieme si uniscono in questi Blackwelder, e il loro debut vanta una copertina accattivante e una buona produzione. Innovazioni non ce ne aspettavamo, e infatti non ce ne sono: “The Night of the new Moon” ha esattamente lo stile dei Primal Fear, grazie all’impianto sonoro molto solido e duro, e all’inconfondibile voce di Ralf. “Spaceman” prova qualche ‘modernismo’ con le voci filtrate, ma come ho detto migliaia di volte per me questi esperimenti lasciano il tempo che trovano; “Adeturi” è uno strumentale che gioca con i temi portanti delle ‘Danze ungheresi’ di Bach. In “Inner Voice”, un brano costruito quasi secondo dinamiche prog, esplode una melodia molto indovinata e a tratti quasi trionfale; “With flying Colors” riscopre le origini priestiane del sound. “Play some more” è una classica fuga doppiocassata alla tedesca; in stato di grazia la conclusiva “Judgment Day”, che ha molti più punti di contatto con i Gamma Ray di tutti gli altri brani. Il disco non è affatto male, ma non si comprende bene l’esigenza di una ‘estensione’ dei Primal Fear… a meno che le ragioni non siano semplicemente commerciali.

(René Urkus) Voto: 7/10