(autoproduzione) Nel 2018 i Brutal Cancan hanno esordito con l’EP “Polemos” e successivamente pubblicato tre singoli. Ora la band del milanese presenta un nuovo EP interamente cantato in italiano. L’album per suoni, produzione stile è certamente una produzione underground, lontana da logiche particolari. La band esprime sé stessa, proponendosi come un’abile interpolazione tra heavy, thrash e momenti death metal creando una sorta di prog, sia per l’incrociare i generi e lo sfumare tra essi, sia per un cantato che propende molto e in maniera interessante, per un tono narrativo con diverse soluzioni con l’andare verso tonalità alte e al contempo recitate oltre a momenti semi-scream e growl. Proprio la voce ricorda a tratti uno stile vocale caro al prog italiano degli anni ’70, dunque ciò infonde alla musica una certa dose di narrativa. Uno dei pezzi più eloquenti in tal senso a con la propria narratività è “F.U.S.”, il quale è dedicato a un personaggio noto nel mondo degli ‘opinionisti’ o dei semi-filosofi. C’è anche “Polemos”, rifacimento di un pezzo del demo omonimo, che con “Sisifo” e “La Dignità del Corpo” completa “Ecce Homo”. La produzione rende il tutto ben ascoltabile, forse solo la voce appare un po’ sotto rispetto al muro delle chitarre. In definitiva resta la qualità e la voglia di rompere schemi dei Brutal Cancan e questo lo si avverte nonostante ogni riflessione sullo stato generale del mixaggio o della produzione.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10