(Eisenwald) I gelidi canadesi Cantique Lépreux rompono il ritmo dei due anni! La loro storia narra che si formarono nel 2014, pubblicarono un album due anni dopo (“Cendres Célestes”, qui), replicarono dopo un altro biennio con “Paysages Polaires” (qui)… ma all’appuntamento del 2020 non si presentarono proprio. È a fine 2021che hanno fatto riecheggiare nuovamente il loro black feroce, questa volta con un EP, questi quattro brani iniettati sferzati da una ferocia inaudita. Certo, la band di Quebec City non è mai stata tranquilla o troppo atmosferica, piuttosto il loro black violento si è sempre fatto avvolgere da un vento freddo e siderale capace di rendere il suono ancor più penetrante… tuttavia questo EP in qualche modo mostra il lato più selvaggio del trio: c’è un sentore di rabbia ancestrale, di cripte decorate da ghiaccio eterno ed annientate da miasmi sulfurei; si tratta di quell’atmosfera old-school, quella che sentiamo nel black più antico (primissimi Sodom, per esempio)… ed infatti sembra che i quattro brani siano degli inediti dimenticati in qualche catacomba, riportati ora in superficie nell’oscurità dell’inverno boreale e resi impetuosi con il tipico sound tanto carnale quanto caustico dei Cantique Lépreux. Nonostante si tratti di brani concepiti nel passato, resta comunque il fatto che un EP tipicamente sia in grado di anticipare la direzione stilistica di una band: pertanto se questa è la tendenza, se i connotati del suo culmine sono brani come la spietata “Lune Défroquée” o la suggestiva “Coterie”… allora c’è da augurarsi che la band inizia a rompere davvero quel ritmo del biennio, riducendo drasticamente i tempi!

(Luca Zakk) Voto: 8/10