(Les Acteurs de L’Ombre Productions) Copertina meravigliosamente dissacrante per il black metal satanico ed esoterico dei francesi Corpus Diavolis, i quali giungono al quinto sigillo. E loro non si atteggiano, non recitano, fanno sul serio, visto che tra le altre cose il front man è veramente satanista praticante e fondatore della AMSG, un’organizzazione religiosa ad orientamento satanico. Quindi (e finalmente) una band black metal che pratica quel che predica, cosa che si sente in maniera superlativa nella musica, sempre ricca di intensità, oltre che di violenza, con un marcato orientamento verso la dimensione del rituale. “His Wine Be Death” è subito tanto gloriosa quanto impetuosa… oltre a vantare un titolo favoloso. Anche il titolo di “Key To Luciferian Joy” promette bene… cosa che il brano conferma con eccellenza, alternando momenti melodici a passaggi devastanti, in un incedere decisamente apocalittico. Introspettiva e minacciosa “Carnal Hymnody”, trionfale la lunghissima “Cyclopean Adoration”, oltre dicei minuti di pura devozione agli inferi più profondi. Imprevedibile, doomy e ricca di sorprese “Vessel Of Abysmal Luxury”, mentre la componente rituale si alterna pregevolmente alla violenza cieca sull’irriverente “Menstruum Congressus”. In chiusura un altro capitolo di lunghezza consistente, oltre che teatralità decadente: “Chalice of Fornication” celebra con iniezioni etniche un album devastante, oscuro, inneggiante con suprema purezza alle milizie perverse capitanate da Lucifero in persona. Moniker sublime. Titolo del disco immenso. Line up invariata rispetto al precedente “Apocatastase” (qui), tranne per il ritorno King HaD, il primo batterista della band: efferati, oscuri, devoti alle tenebre e al suo Signore eterno!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10