(Nuclear Blast Records) I Cryptopsy hanno impiegato undici anni per pubblicare un nuovo album. Tuttavia in questo intervallo di tempo il nome della band è comunque girato perché resta una degli architravi del suonare estremo e nello specifico nell’ambito del death metal. Undici anni passati a basso regime e la cosa fa sensazione se si rapporta al loro suonare micidiale, furioso e sterminatore. “As Gomorrah Burns” si apre, innanzitutto con una bellissima copertina, con “Lascivious Undivine” e immediatamente si prende coscienza che in questo album i Cryptopsy non offrono scampo a nessuno. Un brano veloce, fulminante, con variazioni di passo tra scatti furiosi che vedono Flo Mournier e gli altri accelerare in maniera irriverente. Riff taglienti, con quelle distorsioni così lucide ma fredde quanto una lama di acciaio. Manco a dirlo e pensarlo ma il dopo viaggia alla stessa maniera. Una furia micidiale che passa attraverso un’espressione infarcita di tecnica, esacerbata nei suoni quanto nella velocità. Mostruosi, certo ma oculati nel distribuire questi colpi di mitragliatrice, come anche in “Godless Deceiver”, tra le cose più esasperate e violente di questo nuovo album dei canadesi, con l’assurda “Flayed The Swine”. Christian Donaldson si inventa carrellate di riff e purtroppo pochi assoli ma tutti di ottima fattura, giusto per aumentare l’amarezza di questa parsimonia, che creano una struttura solida, coronata dai contrappunti ritmici, quanto dagli accompagnamenti di Fournier. La frammentazione del riffing, gli stacchi improvvisi verso passi cadenzati o meno spediti per poi ripartire a rotta di collo, ovviamente non rendono il tutto immediato. Precisazione a margine, del resto si è al corrente di come vanno le cose con i Cryptopsy. Poco più di trentatré minuti sono il tempo che la band mette in azione per spazzare via undici anni di attesa. Trentatré minuti senza novità sostanziali ma aderenti al blasone Cryptopsy.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10