(Inverse Records) Il primo disco dei finlandesi Delayhead si chiamava “Vol. 40%”: da una produzione all’altra i nostri hanno decisamente aumentato la gradazione alcolica… tuttavia non pensate a un heavy’n’roll scanzonato, perché i finnici si dedicano invece a sonorità cupe e molto serrate. “…to die/live for” ci offre un heavy metal sporco, tendente al thrash, mentre “Maze” sconfina certamente in quel groove vagamente panteriano e comunque tipico delle sonorità d’oltreoceano. Velocità ma forse poca potenza in “New Sun”; dopo la triste “Creed”, forse il pezzo più maturo del disco, lo strumentale “Hangover 18” chiude le danze in maniera un po’ canonica. La Inverse Records si dedica quasi esclusivamente alla promozione e produzione di band finlandesi: inevitabile che qualche volta ne capiti una meno significativa. Onestamente mi sembra che ai Delayhead manchi la capacità di scrivere pezzi davvero accattivanti: con un mercato così intasato, un disco solo discreto come il loro ha poche possibilità di farsi vedere.
(Renato de Filippis) Voto: 6/10