copdirectorscut(Autoproduzione) C’è un momento in questo “Directors Cut” che fa pensare di trovarsi di fronte a una rielaborazione del grunge e avviene nell’opener “Do You Wanna Get Cut?”. Invece si scopre poi che le cose sono messe diversamente per i quattro lionesi che serrano il songwriting nel recinto di un modern punk sui generis del versante statunitense, ma nemmeno troppo smaccatamente tale. Insomma melodie, velocità e frenesia contaminano questi quasi tre quarti di ora che risultano vivaci, allegri e in alcuni tratti un po’ monotoni, perché francamente tutte le band che suonano questo genere poi risultano uguali a se stesse in ogni pezzo; come dei condannati a tanta allegria, ed è un bene, ma contemporaneamente a comporre delle canzoni che non riescono a staccarsi da un copione che si ripete. Eppure estrapolando singole parti dai pezzi, cioè ritornelli, ponti e passaggi vari e ascoltando a ripetizione questo omonimo dei francesi, alla fine si familiarizza bene con il gruppo di canzoni. La condanna… quella di essere ariosi, ma distintivi a tratti, porta comunque a far conoscere questi musicisti che per impatto e forza melodica ha ben poco da imparare. Piacevole la sezione ritmica: solida, segue le evoluzioni del guitarworking e tutte le inflessioni dei pezzi. La voce è tra il chiaro e il roco e non risulta mai banale, poi è presente qualche coro e comunque per la collettiva partecipazione dei quattro. Due chitarre e basso e batteria che lavorano continuamente con adrenalina. “White Whales” è armonicamente quieta e docile, momento delicato, distintivo, come per “Waste MyTime”, una canzone giocata su lentezza e non, su atmosfera e forza e fa capire che i Directors Cut sanno scrivere anche canzoni che siano tali e non soltanto pezzi che appartengono alla categoria punk e niente altro. In ogni caso “Am” e “Partners in Crime” rappresentano altri momenti eccellenti. Magari qualche pezzo in meno può giovare, la prossima volta. Altro aspetto importante, la band si dedica a un minutaggio non eccessivo: qualche pezzo di oltre quattro minuti, ma la media è su un intervallo di meno e più di tre minuti e dunque il tutto aumenta la fruibilità di un album che viene facile farselo piacere, che lo si apprezza per un gruppetto di canzoni eccellenti, ma che per il futuro segna dei ‘devoirs nécessaires’.

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(Alberto Vitale) Voto: 7/10