copdischarge16(Nuclear Blast) Trovo questa nuova prova dei Discharge un tantino appesantita. L’impressione che ricevo da “End of Days” è che la band fatichi a stare dietro a se stessa e a quelle vestigia di un tempo, dove le missive e le denuncia verso il mondo erano fuoco ardente. Sfrenati, ma non a briglia sciolte, violenti nei suoni eppure con una produzione che un po’ li tappa, i Discharge in fin dei conti sfornano si un onesto album hardcore rabbioso e diretto, eppure non offre l’impressione della spontaneità. Forse però tutto ciò è anche il destino stesso dei Discharge. Lo è da sempre: gli esordi e i primi album sono stati seguiti da prove sempre meno ‘rivoluzionarie’, ma non da meno interessanti. Al giorno d’oggi quel modo di essere, quel costruire certe melodie arrabbiate e certe progressioni irruente, risultano comunque presenti e così canzoni come “False Flag Entertaiment”, canzone condita da un assolo quasi rock, “It Can’t Happen Here”, “Killing Yourself to Live” e poi la slayeriana “Popolation Control” (davvero, togliete la voce e mettete quella di Araya e vi ricorderanno loro), o l’avvenente singolo “New World Order”, alla lunga rendono anche “End of Days” un lavoro con un significato. Con questo nuovo album entra anche in gioco Jeff “JJʺ Janiak (dai Broken Bones), voce roca e alla stregua di un hooligan incazzato, Tezz Roberts come seconda chitarra, per dare un senso nuovo e la voglia di proseguire. In fin die conti, mi viene da pensare che meglio è un tale lavoro, il quale è ancora possibile definirlo hardcore e al massimo dibattere stucchevolmente se sia tale o più D-beat o crust oriented che parlare di hardcore promosso da qualche etichetta per qualche band che messa a confronto con Tony “Bones” Roberts e la sua chitarra sembrano alternative rock! Infine è stima sincera ai Discharge.

(Alberto Vitale) Voto: 7/10