copdjinnandmiskatonic(Transcending Obscurity India) È la prima volta che mi capita di recensire un disco proveniente dall’India, e sono sorpreso di trovarvi un sound profondamente europeo (anche nell’accento del cantante). I Djinn and Miskatonic sono all’esordio e piaceranno soprattutto ai puristi assoluti del doom più plumbeo. I brani in scaletta sono quattro (più una breve intro di “Voice from the Tomb”): si parte con “7 Year Witch”, quasi dodici minuti veramente soffocanti, con vocals strascicate (a un certo punto Gautham Kandige ricorda molto il Darren J. White degli esordi degli Anathema), qualche intermezzo parlato demoniaco e una mefistofelica accelerazione al sesto minuto. “Vulcan’s Forge” è il trionfo della distorsione, soprattutto per il basso di Jayaprakash Satyamurthy, vero leader e mattatore della band; “Weird Tales”, in parte omaggio a Robert E. Howard, arriva a 17 minuti e lascia l’ascoltatore completamente sfinito (nel bene e nel male), con qualche riferimento al sound malato dei Reverend Bizarre. Meno incisiva mi sembra invece “Book of the Fallen”, leggermente monotona. Non una ‘rarità esotica’, ma un disco di valore che si inserisce perfettamente nel filone più solforoso e pestilenziale dell’heavy metal.

(Renato de Filippis) Voto: 7/10