(Debemur Morti Prod.) Kark è un polistrumentista, inoltre è un tecnico di studio che si occupa soprattutto di masterizzazione. Lui crea Dødsengel, ovvero ‘angelo della morte’ in norvegese, nella seconda metà degli anni 2000 e “Interequinox” è il quarto album, imbastito come sempre da Kark con Malach Adonai, batterista. In due creano un black infarcito di occultismo, tanto caos e un’atmosfera allucinata. “Pangenerator” apre l’album come se fosse una versione più oscura del sound degli Shining, lo stesso verrebbe da pensare per “Opaque”, nonostante la canzone presenti anche soluzioni attraverso un black metal canonico. Tuttavia “Interequinox” possiede momenti e sfumature inattese, su tutte quelle semi-blues e psichedeliche di “Palindrome” che aprono varchi nella pesante e inquietante atmosfera generale dell’album. “Emerald Earth” invece si presta a un doom-black, eccentuando a suo modo la possente solennità che pervade “Interequinox”. Questa è certamente la caratteristica più marcata del songwriting. Il black metal di Kark e Adonai è una versione più atmospheric del genere, con toni inquietanti e sacrali. Kark poi ci mette del suo e non solo attraverso chitarre e basso, ma anche per uno spaccato vocale che attraverso diversi stili e questo contribuisce a rendere l’atmosfera generale ancora più lugubre. Quasi un’ora di musica che accenna agli inferi e al contempo a sfere superiori a quelle della nostra dimensione.

(Alberto Vitale) voto: 8/10