copdotzauer(Red Sound Records) L’abisso. Infinito universo liquido, oscuro, profondo. Mortale. L’esperienza dell’immersione che evolve -degenera- verso l’affogamento. Debutto per gli italiani Dotzauer che compongono questo concept album che descrive l’ultimo viaggio verso la mancanza dell’aria, una tomba di lapidi disciolte che rappresenta uno spirituale senso di eternità. L’angoscia dell’idea espressa è perfettamente descritta dal genere post metal abbracciato dalla band, un post metal reso più intenso ed emozionale grazie ad idee melodiche, concetti strumentali non strettamente legati al genere, ma tuttavia compatibili con il senso di oppressione -asfissia- tipico del filone reso importante da acts quali Isis e Cult Of Luna. Queste idee melodiche si basano su teorie di arpeggi, un song writing più armonioso, delicato che comunque è sempre incastrato in ritmiche o evoluzioni della canzone costantemente in linea con la pessimistica decadenza assoluta: melodia che intensifica un freddo post metal, aumentandone il livello emozionale espresso. E’ da notare che certi momenti musicali riescono ad avvicinarsi, come feeling, a un metal estremo più tradizionale, più diretto, come si può sentire dopo la metà di “Air Hunger”.  Molto apprezzata l’inconsueta idea promozionale: l’album, che comprende sei tracce, è pubblicato in versione doppia; Quella normale e infatti affiancata da una solamente strumentale, dove il nucleo del progetto riesce a far immaginare all’ascoltatore quel viaggio terminale verso una profondità senza via d’uscita, senza speranza. Molto coinvolgenti le linee di basso presenti in tutti i pezzi, specialmente su “Shreds Of Consciousness”, linee sempre piene di inventiva le quali grazie all’oscurità del genere proposto trovano spazio per emergere e farsi notare. Bella e particolarmente angosciante la conclusiva “When the Soul and The Abyss Wave To Each Other”. Geniale la creazione sonora ricca di effetti di “Deepster”, ispirata ad idee cinematografiche, è capace di far letteralmente provare quelle sensazioni immaginabili pensando ad una prigionia negli abissi. Veramente ben riuscita con il suo equilibrio tra sofferenza e sognante atmosfera la opener “Organic Silver”. Notevole anche la scelta dei titoli, i quali letti nell’ordine delle tracce riescono in maniera eloquente ad offrire una anteprima di osservazione del percorso emozionale descritto dal concept, partendo dalla visione di un mondo magico che luccica e riflette la luce, passando per la progressiva immersione, fino alla esplosiva necessità di aria, approdando a stati di coscienza e spirituali che si adeguano al nuovo mortale ambiente, verso l’eterno abbandono. Un ottimo disco, dal bellissimo sviluppo sonoro e concettuale. E trattandosi di musica appartenente ad un genere con regole molto ferree dominato da grandi nomi, è veramente notevole poter apprezzare la fantasia e la creatività di questa band Italiana.

(Luca Zakk) Voto: 7,5/10