copendovein(My Graveyard Prod.) Guardate quella copertina. Leggete quel nome, notatene i caratteri. Leggete i titoli dei pezzi (“Path of No Return”, “Psychosis”, “Ignorance Grows Strong”). Osservate le foto dei musicisti: jeans, scarpe sportive, t-shirt di Onslaught, Megadeth, Wehrmacht, Voivod. Si, esatto, sonano thrash metal! Molti lo sanno leggendo il loro nome, Endovein, ovvero band piemontese con un album alle spalle. Ritornano, perché le thrash metal band ritornano sempre. Sono peggio di una maledizione. Gli Endovein ritornano con un altro album carico di potenza, velocità, tecnica. Un album thrash metal come il Gesù Cristo del genere comanderebbe. Suoni nitidi, affilati come lame e una sezione ritmica (alla batteria arriva Stefano “Steve” Bianco) che lavora a pieno regime, le chitarre laboriose, belle, fantasiose, spietate. Corona il tutto una voce di un nuovo cantante, ovvero Alex Panza (Walpurgis Night) uno che potrebbe cantare ovunque e tutto quanto. Dodici canzoni, ma due sono una intro e una outro e che non sfigurano assolutamente rispetto al resto, perché gli Endovein suonano sempre, cioè sfruttano ogni singolo secondo per picchiare sulla batteria, per dare ritmo alle quattro corde del basso e affiancare una coppia di chitarre che si produce non solo in tipiche cavalcate del genere, ma fondono nelle note la sapienza dei Coroner, la tecnica fantasiosa dei Vio-Lence, Exodus e…insomma, c’è il thrash metal intelligentemente elaborato, quel tipo di rifinitura del tutto che nemmeno ha senso definire “Supreme Insatiable Need” come un old style thrash metal perché questo album è il thrash metal, come dovrebbe essere, come è sempre stato e come tanti ancora oggi ripropongono, cioè secondo quelle direttive che il Gesù Cristo del genere comanderebbe. Gli Endovein racchiusi in questo dischetto di policarbonato sono l’esaltazione del genere, ma contrariamente a quella confezione (copertina, foto ecc) così ortodossa, essi suonano con maestria, svelano una tecnica ben calibrata, ma infondono grosse dosi di musicalità, cioè non si abbandonano ai tipici esercizi di stile, ma ti piantano nei pezzi un flusso sonoro che si lascia seguire con piacere. Gli Endovein attualmente sono il miglior thrash metal che si possa trovare nei dischetti di policarbonato o almeno tra i migliori di quelli che seguono le direttive che il Gesù Cristo del genere comanderebbe.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10