(Scarlet Records) Era tantissimo tempo – per la precisione sette anni! – che non avevo notizie dei finlandesi Excalion, autori di tre buoni dischi power nella seconda metà degli anni 2000. Li ritrovo oggi con formazione parzialmente rinnovata ma, sostanzialmente, lo stesso sound, e cioè un classico power scandinavo dove le keys hanno un alto peso specifico. “Divergent Falling” ha un ritmo orecchiabile e – appunto – delle tastiere squillanti (forse pure troppo); al confine con l’hard rock “Centenarian”, pure briosa e sostenuta. Le tastiere dominano ancora l’avvolgente “Amelia”, che ha pure qualche sfumatura progressive, mentre “Release the Time” è forse troppo debitore della lezione degli Stratovarius. “Deadwater Bay” è una riuscita power ballad con una vertiginosa linea vocale nel refrain, mentre “The Firmament” è una sorta di versione slow di uno dei migliori brani della band, “Losing Time”. Non poteva mancare la suite in tre momenti “Portrait on the Wall”, undici minuti dove la band dimostra di avere buona verve compositiva anche sulle lunghe distanze. Un ritorno ben gradito e ben strutturato, ma che non attirerà se non i fanatici di genere.

(René Urkus) Voto: 7,5/10