copfairwarning(Steamhammer / SPV) Quanto può essere necessario un box celebrativo di una delle band più importanti del pianeta nell’ambito del melodic rock, AOR e hard & heavy melodico? Molto e soprattutto se la band è ovviamente quella dei Fair Warning, ovvero i signori dell’eleganza nell’ambito rock ‘n’ heavy. “The Box” racchiude una buona porzione della discografia dei Fair Warning e nello specifico si parla dei quattro album successivi al meraviglioso esordio omonimo e “Rainmaker”, ’92 il primo e tre anni dopo il secondo, e l’inclusione di un quinto disco, il “Live and More” del 1998. Dunque a ben vedere questa pubblicazione racchiude un considerevole fetta della discografia, in fin dei conti non troppo eccessiva, della band tedesca. I Fair Warning sono figli di un’epoca dominata dalla sperimentazione, l’essenzialità e dal grunge, ma in quegli anni ’90 riuscirono ad essere se stessi, a non vendersi o dannarsi per le proprie inclinazioni artistiche. Con “The Box” si assiste alla degna evoluzione di un songwriting di qualità, melodico nella misura giusta e prodotto con cristallina chiarezza. Il risultato è che questo sound dalle fattezze anni ’80, proposto nei ’90 e a seguire (la band si fermò nel 2000 per poi ritornare in pista nel 2006) si esprime al meglio. Se “Go!” è luminoso e andante anche grazie ad una serie di classici come “Man on the Moon”, “Angels of Heaven”, “Follow of My Heart”, “The Love Song”, per citare le più note, “Four”, l’album che precedette lo scioglimento, risulta aggressivo nella maniera giusta e melodico nelle consuete proporzioni compositive della band. Nonostante il sospetto che fosse un lavoro che guardasse di più al mercato orientale (come anche i risultati di vendita confermarono) resti sempre in piedi. “Brother’s Keeper” è l’album del ritorno, nel quale non prese parte il chitarrista Andy Malecek, ma segnò una ripresa fastosa della maestosità melodica di questa band e della sua capacità di plasmare dei pezzi in maniera seducente e di grande effetto. Arrangiamenti ricchi, cura dei particolari, “Brother’s Keeper” è stato eccellente. “Aura” è datato 2009 e propone una band piuttosto mutata nella composizione. L’attitudine AOR è sempre viva, ma al contempo un insolito appiattimento nella composizione dimostra più di tutto un mutare anche verso schemi non sempre personali. “Aura” è un album intenso, melodicamente importante, ma è forse un po’ meno Fair Warning del solito? Forse. Pur non essendo i Fairs tra i padrini dell’AOR e del melodic hard & heavy restano una delle band che ha continuato a dare gloria al genere. Una gloria che è possibile avere attraverso 5 CD al prezzo di uno e poco più. Mica male, visti i tempi.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10