(Cumpa Records) Contrariamente al nome francese questi FinDuMonde sono argentini e suonano un death metal che trasuda groove in continuazione, attraverso riff death metal che fraternizzano appunto con il groove metal e dunque il thrash e qualche buona dose di hardcore. Un sound non proprio netto, ma potente, robusto ed accentuato in questa sua caratteristica dal cantato torvo e growl di Cristian Rodriguez. La batteria di Eduardo Turco martella con forza ossessiva, dando la carica con la doppiacassa, però  ridotta in stile “macchina da scrivere”, mi sarebbe piaciuta con un suono più denso. Pompa il basso di Pablo “Pollo” Ternavasio, aggiungendo così una notevole densità al riffing di Seba Borrionuevo, autore dei pezzi. “Licantropia” presenta otto pezzi, inchiodati in circa 22’. Gli argentini ringhiano di brutto, pestano, ma si preoccupano anche di costruire delle chitarre che siano ben strutturate, con riff periodicamente spezzati da break down che piovono come una mannaia. Velocità e potenza, frenate e potenza, mid tempo e potenza, i FinDuMonde non fanno che questo segnando un ritmo forsennato. “Espiritu Errante”, “Carne”, “Ataque Sorpresivo” sono titoli che lasciano ben prefigurare la tenacia di questo deathcore feroce e a tratti brutale e grind, come per “Fenix”. Influenze dei Napalm Death, echi dei Pantera, per un efficace e polverizzante album di debutto.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10