(Massacre Records) La band dei FireWing nasce aggregando musicisti brasiliani e statunitensi: Airton Araujo (voce), Caio Kehyayan (chitarra), Bruno Oliveira (chitarra), Peter de Reyna (basso) e Chris Dovas (batteria). Sono elementi con esperienze in Age Of Artemis, Vital Remains, Aversed e altre band. La linea di stile seguita è il symphonic power metal per la creazione di un concept legato alle figure di due animali mitologici nonché parte del retaggio dei modelli psicologici dell’umanità, ovvero la Fenice e la Viverna. La prima vuole portare alla rinascita, la seconda divorare la luce e tenere l’umanità nell’oscurità. A questi due elementi se ne combinano altri di tipo mitologico, per un tema che sottintende a diversi principi filosofici quanto esistenziali. “Resurrection” offre ampi spazi all’orchestrazione, la quale in solitaria e combinata con gli strumenti della band, diventa la presenza suprema. Purtroppo all’orecchio giunge un certo disordine in fatto di missaggio. Non sempre si ha la sensazione che il piano metal e quello orchestrale abbiamo un concreto bilanciamento. La cosa dispiace perché il tessuto power/heavy metal offre melodie importanti, poderose, vestite di una giusta epica. Al contrario l’orchestrazione è un tappeto con sussulti importanti che spesso appaiono slegati e pur iniettando pathos nei pezzi, diventnao anche un fragoroso pompaggio dei suoni nel quale poi un po’ tutti ne fanno le spese. In circa un’ora l’album passa attraverso le traversie della storia, creando diversi momenti e umori, definendosi così sulla distanza proprio come un vero concept dove la musica ha una certa consequenzialità a prescindere dal mostrarsi sotto forma di canzone o di ponti strumentali tra le varie sezioni e le pieghe della storia stessa. I pezzi per quanto a volte derivativi tra loro, sono comunque delle buone esecuzioni da parte dei FireWing. Diversi gli ospiti nell’album, tra i quli Bill Hudson dei North Tale, che contribuiscono con inserti vocali, assoli, tastiere. I FireWing hanno lavorato con il produttore Caio Kehyayan, mentre Jack Kosto ha mixato e masterizzato l’album. Qualcosa tra questi due forse non ha ben funzionato.

(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10