(autoproduzione / #14 Records) Alla voce Hélène Braeuner e poi il resto dei Grand March, cioè chitarra, tastiera, basso e batteria. I cinque musicisti francesi, ora al quinto album in studio, offrono pezzi digeribili, piacevoli che vanno dal semplice pop vagamente in stile Niagara, il pop rock e fino al neo-folk e rock-soul con qualcosa che a volte ricorda gli Hoverphoonic. Otto pezzi e tutti di buona fattura, curati, per arrivare a oltre trentatré minuti di durata per “Back To The Wall”. Si apprezza certamente l’opener “Black Screen Baby”, poi “Golden Crown” con quel leggero soul che incontra il brit-pop, la seguente “Jerry’s Crossing” che è un blues dal gran pathos. Non da meno “Twisted Ways” con la sua atmosfera dimessa e un po’ garage rock. Poi c’è la bellissima “War Days” che ha una chitarra un po’ acida e la Braeuner con un registro vocale inedito fino a quel momento e in più un frizzante e visionario assolo di tastiera da parte di Antoine Thépot. Lei, Hélène Braeuner, ha quella voce che rapisce, seduce. Inoltre si ammira come la band sappia rispettarla, usarla perfettamente, lasciandole lo spazio, sostenendola con inflessioni strumentali adeguate, anche sofisticata, per farla esprimere. Posti i meriti della cantante, i quattro musicisti alsaziani sono alla base dei buoni arrangiatori, ogni pezzo dell’album lo dimostra, però inseriscono anche piacevoli assoli e spunti individuali. Buone canzoni dunque, grazie a una creatività collettiva e una voce incantevole.

(Alberto Vitale) Voto: 8/10