(Purity Through Fire) Ungheresi e devoti al black metal visto che pubblicano per un baluardo del genere come la Purity Through Fire. Secondo album dal taglio atmospheric e a suo modo con qualcosa di ‘post’ negli scenari. Hænesy posseggono un sottotesto dark nelle loro melodie. Sono tetre o malinconiche, epiche o stranianti, sommesse oppure appena sopra le linee del riffing per tratteggiare appunto degli scenari. Un mondo cupo quello della formazione ungherese, una dimensione a tratti sussurrata quanto rispettosamente irruenta come il black metal vorrebbe. Un album che avvolge l’ascoltatore da subito, con l’opener “Fate of the Depth” che è una delle due a superare gli otto minuti. Un tratto sonoro esteso e con più momenti al suo interno. I suoni sono tenui. Le chitarre appaiono come un vento piatto ma insistente, il drumming è modulato nei suoni e la voce, in scream è leggermente afana. Sono gli arpeggi e le melodie che costellano i pezzi a dare il vero tono marcato al tutto. Un modo di proporsi quello degli Hænesy forse spartano nell’impatto, certamente suggestivo nel totale del concetto musicale offerto. In “Garabontzia” il black metal diventa solo un mezzo di un’architettura sonora volutamente d’atmosfera e con un mood generale suggestivo quanto ripetitivo nel suo essere.

(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10