copharlott(Punishment 18 Records) Esordio sulla lunga distanza per gli Harlott, band Australiana (Melbourne), nata nel 2006 e autrice, precedentemente, di due demo, “Virus” (2011) e “None” (2012). Il genere proposto è un thrash metal vecchio stampo, che affonda le proprie radici nel sound della gloriosa Bay Area. Non inventano assolutamente nulla di nuovo, tutt’altro, ma suonano con una convinzione, un’efferatezza e padronanza di mezzi tecnici davvero sopra le righe, come non sentivo da diverso tempo. Si parte subito spediti con la title track, riff slayeriano e un’impostazione vocale vicina ai Testament, band dalla quale mutuano anche gli assoli, davvero ben strutturati; “Effortless Struggle” parte con un riff che ricorda fortemente “Circle Of Belief” degli Slayer, che si protrae fino al ritornello, che sfocia in uno splendido assolo. “Ballistic” è una scheggia di inaudita violenza, fino al break centrale, dal quale parte unmassolo che sembra uscito dalla premiata ditta Skolnick/Peterson; accelerazione vertiginosa nel finale. Con “Heretic”, gli Slayer tornano ad aleggiare; in questo caso l’assolo è più breve, ma di ottima fattura. Proprio il gusto negli assoli si rivela l’arma vincente: melodici, tecnici, mai fine a se stessi, ma funzionali alle canzoni, stemperandone l’aggressività per qualche secondo, prima della mazzata finale. In alcuni frangenti sono fin troppo derivativi, come in “Heirophobia”, dove i Testament, più che presi come fonte di ispirazione, vengono letteralmente scopiazzati, con tanto di urlo in growl identico a quelli emessi da Chuck Billy. “Kill” è dominata da un riff assassino, anch’esso slayeriano. In questo caso gli assoli sono minimali, al limite del noise, emuli di quelli di King/Hannemann. Tutti i brani mantengono le caratteristiche sopra indicate, le coordinate stilistiche rimangono inalterate. L’album resta godibile dall’inizio alla fine, complice anche la breve durata, poco più di mezz’ora, il che consente di essere ascoltato più volte senza stancare. Se siete alla ricerca dell’originalità a tutti i costi, qui non se ne trova; se invece amate il thrash Bay Area, “Origins” è uno dei migliori album usciti da un po’ di tempo a questa parte.

(Matteo Piotto) Voto: 6,5/10