copheavensb(Red Bull Records) Esplosivi, irresistibili, maledettamente potenti. Hanno aperto per gente come Bon Jovi, Thunder e Tesla. E non basta. Loro vogliono di più. Molto di più. Vogliono andare ovunque. Dichiarano che il loro unico scopo e fare un album che faccia urlare alla gente “Cazzo, non sentivo roba così pompata da anni”. E sapete cosa vi dico? Ci provano davvero! Questo album è bestiale. Una nuova generazione di hard rock, più duro, più cattivo, ma dannatamente vero, con grandiose componenti melodiche e granitiche soluzioni ritmiche. Una cantante supportato dal backing vocals, che spesso fa pensare semplicemente ad una band con due vocalists, capaci di gridarsi addosso a vicenda, creando alcune micidiali alchimie, alcune devastanti situazioni. Musicalmente? Si tratta di hard rock sotto l’effetto della cocaina, pestato, aggressivo, che spesso getta uno sguardo verso generi ben più duri, ben più distorti. Il disco è una raffica di potenziali singoli. Canzoni stupende, forti, ma con quelle idee intelligenti che danno loro quel feeling da potenziali radio hit, pur mantenendo quello spirito originale, ribelle, dito medio alzato verso il mondo. Ritornelli sempre azzeccati, anche quando la voce del cantante punta verso lidi più estremi e tirati. “Welcome Home”, titolo perfetto per una opener, catapulta con energia nel mondo di questa band inglese. Aggressiva, rock, punk e melodica.  “Fire Fire” è un tributo alle loro influenze, che spaziano da Led Zeppelin a Gun’n’Roses. “Nothing Left To Loose” rappresenta un inno, fantastico pezzo che si fossilizza immediatamente nella mente, capace di rendersi indimenticabile con quelle strofe urlate, quel ritornello super melodico, quella doppia voce che veramente regala qualcosa di extra all’intero album. Stupenda, meravigliosa, la mia preferita “When the Lights Go Out In London”: cantata in forma sublime con un testo graffiante condiviso dalle due voci, offre una melodia che non può lasciare nessuno indifferente. La cosa grandiosa di questa band è che di pezzi come questo ce ne sono altri, molti altri! “I Am Electric”: canzone schizoide, isterica, anfetaminica, non offre pace, non da riposo. “The Long Goodbye” e “Be Somebody”: energiche e potenti power ballads con quel feeling fine ’80 – primi anni ’90. “Heartbreaking Son of a Bitch”: ai limiti del punk, un pezzo devastante, incontrollabile. “Jump Back”, così sfacciatamente rock’n’roll, non poteva mancare in un album così carico, così esplosivo. Non so si tratti veramente dell’album hard rock che mancava. Non so sia veramente l’album che, finalmente, possa far uscire i morti dalle tombe. Ma una cosa è certa: questi qui sono forti, potenti, sfacciati e cattivi. Dannatamente cattivi. E la loro musica è la perfetta rappresentazione della loro attitudine, e del loro modo di essere. Da maneggiare con cura!

(Luca Zakk) Voto: 8,5/10