(No Remorse Records) Storica formazione dell’us metal più ‘magico’ e progressivo, gli Heir Apparent danno alle stampe il primo disco in 29 anni! Si tratta nel complesso del terzo full-length della band di Seattle, uscito forse un po’ in sordina, ma assai meritevole nel suo mescolare atmosfere rock e metal in un connubio senza tempo. Forse le sonorità non sono più quelle degli anni ’80, ma il risultato è assai significativo… Sei minuti per l’iniziale “Man in the Sky”: siamo dalle parti di us heavy/prog articolato e tagliente, illuminato dalla bella voce del nuovo cantante Will Shaw. Ipnotico il riff di “The Door”, mentre “Here we aren’t” è una ballad soft rock sorniona quanto basta per convincere. Ecco poi “Savior”, una scheggia, una improvvisa accelerazione us metal di soli 2’30’’; ondeggiante “The Road to Palestine”, lungo brano (oltre sette minuti) che dispiega all’ascoltatore deserti assolati. Con la incalzante “Insomnia”, che si muove su atmosfere Fates Warning, ma che a me hanno fatto pensare anche agli Adramelch, il piatto è servito: le atmosfere sognanti dei ‘nuovi’ Heir Apparent hanno tutti i numeri per convincere i palati più esigenti in ambito us, heavy e progressive metal.

(René Urkus) Voto: 8/10