(Volcano Records) Dando un’occhiata alle note biografiche della band leggo: ‘Gli Hellcome! si formano nel 2009 a Fabriano (AN) da un’idea di quattro ragazzi amanti della birra’. Ottima introduzione, partiamo già con il piede giusto. I successivi tre anni trascorrono tra attività live e la stesura dei pezzi che andranno a comporre questo album. Nel 2012 la band intraprende un periodo di inattività che durerà fino al 2019, quando decide di riformarsi a Bologna. Il genere lo descrivono come un thrash and roll, definizione che mi trova d’accordo, ma che considero limitativa; infatti, se la title track che apre questo lavoro poggia su un riffing prettamente thrash e gang choruses che riportano alla mente i migliori Exodus, già la successiva “Dead City Lights” si fanno vive alcune influenze più moderne, con un break centrale che soprattutto a livello vocale mi riporta alla mente alcune cose degli Slipknot. “Can You Feel My Hate” alterna sfuriate slayeriane, rallentamenti groove tra Pantera e primi Machine Head ed un finale estremamente lento e pesante. Più prettamente thrash and roll sono “The Art Of Squirting” e “Motörhead”, caratterizzate da ritmiche incalzanti e dirette. Decisamente più melodica ed anthemica “Life Parade”, brano che parte in sordina e va in crescendo. La conclusiva “Liver” alterna aggressività e melodia, con ottimi intrecci vocali e ritmiche bizzarre che mi hanno ricordato gli Annihilator di “Carnival Diabolos”. Un disco eterogeneo eppure ben amalgamato, a cavallo tra tradizione e suggestioni moderne. Un ottimo esordio.

(Matteo Piotto) Voto: 8/10