(Transcending Obscurity Records) Jonny Pettersson dei Wombbath (e Nattravnen, Ashcloud e altri progetti) si cimenta con il secondo album come Henry Kane. Il primo è stato “Den Förstörda Människans Rike” (QUI recensito) e tra i due anche un EP. Anche questa volta Petterson è padrone del progetto solista cimentandosi con tutti gli strumenti, lasciando spazio al contributo vocale per la sola “Entrenched in Nihilism” a Liam Hughes dei Soothsayer. L’ondata di death metal truce, iper-veloce è smisurata. Anzi proprio nella sua massima velocità Petterson si avvicina evidentemente al black metal. I suoni sono torvi e cupi e a risentirne è soprattutto la linea ritmica, “Age of the Idiot” però appare come una mazzata feroce. Anche questa volta il musicista scandinavo rivanga scorci delle atmosfere alla Entombed, oppure dei Napalm Death, e comunque del death metal svedese che fu, dunque con molti toni hardcore che a sprazzi emergono tra i pezzi. Si prenda come riferimento oltre alla cover dei Asta Kask “Psylopaten”, anche “Take It Back”. Notevole la title track che oltre a unire l’hardcore al death metal, sprigiona anche un’atmosfera suggestiva, per uno scenario apocalittico. In fatto di atmosfera si distingur anche “By Virtue of Hate”. Jonny Pettersson espone diciannove pezzi in trentaquattro minuti, rendendoli distruttivi e nichilisti. Sono pezzi che inceneriscono l’ascoltatore, emanando un turbinio di disperazione, follia e cinismo. “Age of the Idiot” si alimenta con death metal, crust, blackened e con ritmi il più delle volte esacerbati, il basso che emana onde disturbanti e il riffing che possiede una varietà sulfurea e psicotica insieme. Tensione, atmosfera, pochi ma buoni modelli di riferimento e la propria sensibilità (se tale fosse!) da musicista. Ancora una volta bravo Mr. Petterson!

(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10