(Season of Mist Underground Activists) Per una volta non è il terzo disco, bensì il quarto a decretare la maturità artistica di un gruppo. Gli Hierophant proseguono imperterriti a cambiare pelle, trovando poco poco alla volta una loro personale interpretazione della musica estrema. Ora le tracce, fatta eccezione per l’intro e un interludio, sono lunghi di media lunghezza, articolati grossomodo come delle tracce brutal: tecniche, feroci, rabbiose, malsane. La batteria macina sfuriate, mentre i riff accompagnano una voce travolgente e personale, degna di stare al centro della registrazione. Ormai la bravura compositiva ed esecutiva si può apprezzare appieno con questo album, in cui ogni traccia, come si diceva, parte da un genere piuttosto inflazionato per raggiungere poi una forma peculiare e personale. Da un genere così non si poteva sperare di meglio. Un’opera eccellente, senza mezze misure, senza riempitivi, senza punti deboli.

(Enrico MEDOACUS) Voto: 9,5/10