(7 Hard) I tedeschi Hopelezz si inseriscono nel debordante pentolone del melodic death metal. I loro riff sono decisamente svedesi, in particolare In Flames. Per carità, hanno energia e dinamismo, ma a conti fatti questo “Black Souls Arrive” è decisamente un altro album di melodic death come tanti. Si, c’è una produzione attenta, ma i contenuti delle canzoni sono ormai schemi ampiamente noti. A dirla tutta c’è un senso di piattezza che gira in queste note. Canzoni aggressive, cangianti, ampi squarci melodici, qualche breakdown di troppo in giro, come nella title track, e alla fine si giunge alla conclusiva “What You Think About” che quasi non ti resta nulla dentro, dopo aver passato in rassegna le dodici canzoni totali. Proprio l’ultima canzone elencata rivela qualche spunto più tipicamente heavy, anzi, in giro si sentono diversi riff che ricondurrei all’havy metal più classico (memorabile l’attacco della title track in puro stile Iron Maiden dei giorni nostri). Si certo, c’è anche il thrash metal. Sai la novità, si parla di melodic death metal e ormai anche chi non lo ascolta sa cosa aspettarsi. “Milk the Goat” propone qualcosa che è a metà tra il death e il metalcore (ma non solo qui), risulta trascinante con il suo riffing serrato e galoppante. Anche “Devil’s Ride” sprigiona una sua articolazione che basa tutto sul ritmo e rimanda al thrash metal. Però alla fine è poca roba perché anche altre canzoni abbastanza interessanti sono talmente in debito con i riff alla In Flames. Gli Hopelezz si spostano tra il melodic death metal più classico e il metalcore, una ricetta che suona attuale, ma è anche un ricetta che propone un modello che è la copia di una copia.

(Alberto Vitale) Voto: 5/10